Praticare Ahimsā non solo sul tappetino

Schrift ahimsā in sanskrit und deutsche Übersetzung gewaltlosigkeit

Oggi è finito il mio corso dal filo conduttore Ahimsa, non violenza. Qui alcune riflessioni sulla scelta del tema e sullo sviluppo del corso.

Con l’inizio del nuovo anno il concetto di conflitto ha riempito la mia testa: accanto all’esacerbarsi e il cronicizzarsi di situazioni di conflitto a livello politico mondiale si sono verificate un paio di situazioni nella mia vita in cui mi sono trovata a dover tirare fuori unghie e lingua per non sentirmi completamente deprivata della mia libertà personale.

Questo mi ha portato a confrontarmi da vicino con uno dei concetti fondamentali della filosofia yogica, Ahimsā.

Cos’è Ahimsā?

Spesso tradotto come non violenza, l’idea di a-himsā è più quella dell’assenza (il suffisso “a-“, in sanscrito, indica una mancanza più che una negazione) di violenza o, il non-fare-male, non nuocere. Il non-harm anglosassone, rende per me al meglio l’idea. La rende vicina alle situazioni quotidiane dove, a volte, la parola violenza ci sembra troppo cruda e forte. Se pensiamo ad Ahimsā, come ad un modo di agire e vivere che non porti danno a nessuno (noi stessi inclusi), penso ci sia più facile applicarlo alla nostra quotidianità.

In che modo si rispecchia Ahimsā nella mia vita quotidiana?

Come posso rendere questo concetto una pratica costante nel mio agire? Perché, in fondo penso come tutti coloro che praticano e insegnano yoga, nel contesto globale attuale, ci si sente piccoli e inutili, si sente il bisogno di inquadrare la propria pratica in un contesto più ampio, perché che senso la ricerca del proprio equilibrio in un mondo che va a pezzi?

È forse per trovare un senso nel proprio agire, che per me è importante ritrovare e promuovere quella parte di pratica yoga che, apparentemente, ha meno a che fare con la pratica fisica: i principi etici e di comportamento, yama e nyama.

Ahimsā sul tappetino

Così il fulcro delle mie riflessioni, Ahimsā, è diventato il tema del mio ultimo corso. Quali caratteristiche contribuiscono al fiorire ed espandersi di una cultura della non violenza? Come posso esprimere tali caratteristiche nella mia pratica dello yoga e nella mia vita quotidiana?

Coltivando l’amore per sé stessi, l’empatia, la mitezza nelle proprie reazioni, incoraggiando l’autonomia propria ed altrui, l’altruismo. Passando quindi dall’osservazione e dall’azione sul sé, all’altro. Dall’io al noi. Perché questo è un aspetto, amo ricordalo, per me fondamentale della pratica yoga. Queste qualità corrispondono a diversi elementi, ed a ciascun elemento possiamo associare alcune parti e funzioni del corpo. Questo ha fatto si che nell’arco del corso siamo riusciti a focalizzare, esercitare e prendere coscienza di diverse attività e abbiamo provato ad esprimere le qualità alla base della pratica a livello fisico. Come sentire l’amore per se stessi mentre si è in un Asana? Come sviluppare mitezza ed empatia? Come promuovere l’autonomia e promuovere l’altruismo durante una pratica fisica?

Ovviamente le qualità scelte sono limitate e sicuramente si tratta di una scelta personale, ma l’importante per me è stato delineare questo passaggio dall’individuale all’universale, la sensazione che il nostro essere parte di un tutto ci rende responsabili anche nel piccolo delle nostre azioni. È un po’ come votare…

Questo processo mi ha aiutato ad assorbire profondamente l’idea, che la non violenza, il non ferire inizia davvero nel proprio piccolo. E che non violenza non significa accettare passivamente, anzi (beh ci sono grandi esempi di disobbedienza civile, pratiche non violente di opposizione). E che a volte l’azione ed il conflitto ci pongono davanti a scelte difficili. Ciò che, a prima vista, sembra un mare di pace e tranquillità – Ahimsā – è, nella pratica quotidiana, un oceano in tempesta, che possiamo con pazienza comunque navigare.

Ci sono diverse letture e podcast che affrontano il tema dell’applicazione pratica, nel quotidiano, degli Yama e Nyama e, quindi anche del concetto di Ahimsā. Questi quelli che mi hanno ispirato anche nella scelta delle qualità da considerare:

  • Vanamali Gunturu, Yoga geschichte, Philosophie, Praxis (Ahimsā nell’ora di yoga)
  • Suzan Colón, Yoga Mind (Yama e Nyama nella vita quotidiana)
  • Eddie Stern, One Simple Thing (cosa significa praticare Ahimsā zu praktizieren con un esempio tratto dalla vita quotidiana)
  • Jivana Heyman, Yoga Revolution (Come incarnare gli yama e nyama nella vita quotidiana)
  • Let’s talk yoga Podcast, Contextualising Ahimssa and making it relatable in Yoga Classes

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